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Il mentore della settimana #1: Howard Schultz

 Starbucks, il sogno americano.

“Sporcati le mani. Ascolta e comunica con trasparenza. Racconta la tua storia e non lasciare che siano gli altri a definirti. Trai ispirazione da chi ha esperienze reali da raccontarti. Lega le loro storie ai tuoi valori. Fai scelte dure: è l’azione quella che conta. Cerca la verità e le lezioni in ogni errore. Sii responsabile per quello che vedi, ascolti e fai.” -Howard Schultz.

Quando si parla di sogno americano non si può di certo non parlare di Howard Schultz, il fondatore di Starbucks. 

Schultz è quello che viene comunemente chiamato un imprenditore “self-made“, un uomo che si è fatto da sé.

Howard Schultz è riuscito a trasformare una piccola caffetteria in una multinazionale presente oggi in tutto il mondo e con oltre 230mila dipendenti.

Howard Schultz nasce nel 1953 a New York.
Nel 1961, il padre scivola su una lastra di ghiaccio fratturandosi la gamba e la caviglia irreparabilmente. Essendo privo di assicurazione sanitaria, si trova senza lavoro e con una famiglia da mantenere.

È proprio in quell’occasione che il giovane Howard decide che, qualora fosse mai riuscito a raggiungere una posizione importante, avrebbe lottato per migliorare la qualità della vita delle persone.

I caffè Starbucks, così come li conosciamo oggi, sono nati proprio dall’idea di Howard Schultz.

Il primo negozio con questo nome, infatti, nacque a Seattle nel 1971 dalla volontà di tre giovani di vendere chicchi di caffè di alta qualità.

La vera svolta per Starbucks arrivò, però, solo quando Howard Schultz acquisì l’azienda. 

Il giovane imprenditore, infatti, durante un viaggio a Milano rimase così affascinato dal concetto di bar all’italiana che al suo ritorno fondò “Il Giornale”, un locale ispirato a quelli visti nel nostro bel Paese.

Due anni dopo acquisisce Starbucks.

La differenza tra successo e fallimento è la volontà di continuare a inseguire il tuo sogno.” – Howard Schultz

Da lì la strada è stata tutta in discesa: Starbucks diventa ben presto la più grande catena di caffetterie negli Stati Uniti.

Howard Schultz una volta ha affermato che non è il caffè il business della sua azienda ma le persone.  Shultz ha infatti creato un vero e proprio punto d’incontro, uno status symbol.

 

“Meno interessanti e di poca ispirazione sono le tue origini, più probabilità hai che la tua immaginazione inventi mondi in cui tutto sembra possibile”. 

Visto il successo della catena Starbucks possiamo affermare che Howard Schultz abbia realizzato il suo sogno: 

oggi, ogni negozio Starbucks, oltre ad essere estremamente di tendenza, ormai in tutto il mondo, rappresenta anche un luogo di scambio, di condivisione ma anche di relax, in cui ci si può concedere una bevanda davvero squisita e la lettura di un buon libro.

 

“Non vendiamo caffè, ma esperienze meravigliose “.

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E TU? SAI CHE COS’È IL COPING?

Cos’è il coping?

Il concetto di coping fa riferimento a come le persone affrontano (to cope with) le situazioni che vengono percepite come stressanti, sia quotidiane che straordinarie, con lo scopo di attivare l’individuo a reagire e fare qualcosa per domare l’evento e controllare la proprie emozioni.

Cosa si intende per stress?

Il concetto di stress rientra nella teoria cognitivo-transazionale  sullo stress e sul coping di Lazarus (Stress, appraisal and coping, 1984) secondo cui lo stress è un processo in cui intervengono sia l’uno che l’ambiente.

Non è uno stimolo o una risposta, bensì è il risultato di un processo di valutazione che considera sia l’ambiente sia l’individuo che deve affrontarlo.

Lo stress viene, cioè, sperimentato ogni volta vi sono delle richieste, che provengono dall’ambiente o dall’interno del soggetto, che eccedono o mettono a dura prova le risorse dell’individuo.

Fondamentale, dunque, è la valutazione cognitiva che una persona fa della situazione.

L’entità dello stress, però, non dipende solo dalle richieste della situazione e dalle risorse di cui la persona percepisce di disporre, ma anche dalla relazione reciproca fra questi due fattori e quindi dalla valutazione e percezione soggettiva dell’evento come stressante.

In questo senso è possibile distinguere varie strategie di coping più o meno funzionali e adattive:

-un coping focalizzato sulle emozioni che prevede la modificazione delle emozioni negative che accompagnano l’esperienza spiacevole

-un coping focalizzato sul problema che prevede azioni tese al cambiamento esterno della situazione stessa per ridurre il suo impatto negativo.

Alcune strategie di coping sono modalità più stabili che caratterizzano lo stile personale con cui si affrontano gli eventi (in senso più ampio anche gli stili di vita che adottiamo possono essere considerati delle generali strategie di coping che caratterizzano il nostro modo di rapportarci al mondo);

altre invece dipendono dalla situazione e si modificano man mano che ci adattiamo ad essa (si pensi alla perdita del lavoro o a un divorzio).

Modificare le proprie modalità di coping per gestire più efficacemente gli eventi stressanti dipenderà, quindi, sia dal nostro modo di valutare gli eventi stessi, sia dallo capacità e possibilità di reperire informazioni, cercare aiuto e sostegno sociale entro il contesto in cui si vive.

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PERCHÉ SEI COME SEI?

I SEI FATTORI CHE SONO DIETRO OGNI EMOZIONE E COMPORTAMENTO

 

Perché la gente mangia troppo, o spende troppo?

Perché le persone ricorrono al conflitto o alla violenza?

Perché le persone assumono droghe o addirittura si tolgono la vita?

Perché le persone bramano attenzione o desiderano l’amore?

 

Perché sei come sei? Qualunque cosa facciano le persone, hanno una ragione dietro le loro azioni. Potrebbero non sapere quale sia la ragione – almeno non consapevolmente. Infatti, molto spesso le persone agiscono e si comportano in modi che possono sembrare irrazionali e inesplicabili, anche a se stessi. E ci sono milioni di storie sul perché le persone fanno quello che fanno. Ma tutte queste storie ruotano intorno a sei forze trainanti primarie, i “sei bisogni umani.

I “sei bisogni umani sono fondamentali per ogni singola persona e modellano il modo in cui viviamo le nostre vite. E se vuoi capire te stesso su un livello più profondo e più significativo, allora devi iniziare a capire questi bisogni. Perché una volta fatto, capirai perché agisci e reagisci in certi modi. E quella consapevolezza è un passo fondamentale per fare un cambiamento fondamentale nella tua vita in modo da poter superare gli ostacoli e abbracciare le opportunità per trovare finalmente la realizzazione assoluta.

 

CERTEZZA

Il primo bisogno che tutti abbiamo è la certezza.

 

La certezza è la necessità di evitare il dolore e idealmente trovare un po di conforto. Ecco perché questa è la necessità più basilare che tutti abbiamo – un meccanismo di sopravvivenza. Dobbiamo avere la certezza di funzionare anche nelle nostre vite quotidiane. Sei mai stato in una situazione in cui ti sentivi incerto su qualcosa che era veramente importante, come la tua salute o la salute di una persona cara? Che ne dici dell’incertezza sul tuo lavoro o quando non sai con sicurezza se riuscirai a guadagnare abbastanza per far quadrare i conti? Quando la nostra certezza è minacciata, è difficile pensare chiaramente. Quando siamo incerti su qualcosa che conta, nient’altro funziona.

 

Ora, tutti noi cerchiamo di trovare la certezza, ma ce ne occupiamo tutti in modo diverso. Alcune persone ottengono la certezza stabilendo una routine. Alcuni la ottengono abbassando le loro aspettative e dicendo: “Non otterrò mai ciò che voglio”. Altri la ottengono cercando di controllare tutto e tutti. E ancora altri ottengono la loro certezza attraverso la fede e la preghiera. Ogni singola persona ha il proprio modo di soddisfare quel bisogno di base. La domanda è: stai incontrando il tuo bisogno di certezza in un modo che ti sta responsabilizzando o depotenziando? Ognuno dà la priorità a questi bisogni umani in modo diverso, ma tu hai il potere di scegliere ciò su cui ti concentri.

 

VARIETÀ

Il problema con la certezza è che una volta che la raggiungiamo in ogni settore, ci annoiamo. La nostra passione si trova nel regno dell’incertezza o della varietà.

 

La varietà crea eccitazione per noi. Ecco cos’è l’avventura. Ci fa sentire vivi. E abbiamo bisogno di sorprese nelle nostre vite, perché è questo che ci aiuta a crescere. Ma proprio come nel nostro bisogno di certezza, tutti noi ci sforziamo di soddisfare il nostro bisogno di varietà in modi buoni, neutrali e negativi.

 

Alcune persone provano varietà facendo uso di droghe. Altri lo fanno mangiando troppo. Alcuni possono provare sport estremi. Altri possono ottenere varietà da una conversazione con qualcuno che trovano interessante o impostando un nuovo obiettivo. Ci sono un milione di modi per ottenere varietà. Le uniche domanda sono a cosa serve e se ti sta aiutando o ti sta perlopiù ferendo?

 

SIGNIFICATO

Il terzo bisogno è il significato.

 

Abbiamo tutti bisogno di sentire che le nostre vite sono significative – che le nostre vite sono importanti, uniche e in qualche modo speciali.

 

In una relazione intima, se il tuo partner inizia a pensare a qualcosa o qualcuno è più importante di te, ciò provocherà un serio dolore. Quel “qualcuno” potrebbe essere tuo figlio, una madre, un padre, il tuo collega o anche una persona totalmente esterna. E l’istante in cui accade, è allora che la relazione inizia ad abbattere.

 

Al di fuori di una relazione intima, ci sono modi illimitati in cui le persone trovano un significato nella loro vita. E quelle strade possono essere produttive, neutre o distruttive.

 

Quindi, come incontri il tuo bisogno di significato? Lavori più di chiunque altro? Ti vesti in modo unico, o hai più orecchini o tatuaggi di chiunque altro? Compri certe marche? Possiedi una macchina di lusso? Hai più istruzione e più diplomi di chiunque altro?

 

Ci sono un milione di modi per essere significativi. Qual è il tuo?

 

AMORE E CONNESSIONE

Il problema con il bisogno di significato è che significa che devi essere diverso da tutti gli altri. E proprio nel modo in cui il bisogno di certezza rivela la necessità di varietà, il bisogno di significato rivela la necessità di amore e connessione.

 

Le persone trovano la connessione attraverso l’amicizia, lo sport o la comunità. Alcuni possono ottenerla attraverso la meditazione. Alcuni possono ottenerla attraverso la loro fede e attraverso la preghiera.

 

Ora, che dire dell’amore? Ecco la cosa: la maggior parte delle persone si accontenta Il vero amore è gioia assoluta, conforto e passione. E sulla scala da 0 a 10, è un 10. 

E tu? Dove ti collocheresti in questa scala? Dove sei? La maggior parte delle persone si ferma ad un 4 o un 6. 

Non sono felici, ma non sono abbastanza infelici da cambiare e migliorarlo.

 

CRESCITACONTRIBUTO

Le prime quattro esigenze sono critiche. Sono essenziali.Troverai sempre un modo per soddisfare ognuno di questi bisogni, ma questi da soli non ti soddisferanno. Se vuoi veramente essere soddisfatto, allora devi soddisfare questi ultimi due bisogni: crescita e contributo. Queste sono le esigenze del tuo spirito.

 

Se non stai crescendo, stai morendo. Non esiste un altopiano o un luogo confortevole e tranquillo. Se la tua relazione non cresce, sta morendo. Se la tua azienda non cresce, sta morendo. Dove ti trovi? Fai una valutazione onesta della tua vita e chiediti dove stai crescendo e come ti fa sentire? C’è unazona della tua vita che sta morendo? Come ti fa soffrire tutto ciò?

 

Il contributo darà il significato alla tua vita

 

PERCHÉ TU FAI CIO’ CHE FAI?

Quindi, se tutti abbiamo gli stessi sei bisogni, perché ci comportiamo in modo diverso?

 

Innanzitutto, non li valutiamo tutti allo stesso modo. Alcuni hanno la certezza di cui hanno bisogno. Alcuni avranno amore e connessione. Altri potrebbero avere necessità di capire il proprio significato.

Ricordati poi che anche se due persone sono entrambe guidate dal bisogno di certezza, il modo in cui le stesse la ottengono sarà diverso l’uno dall’altro.

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DI CHE COSA HAI PAURA?

COME IL TUO CERVELLO CREA LE TUE PAURE E COME SUPERARLE

Cosa ci fa paura? 

I serpenti, il buio, il rifiuto, l’amore, i ragni, l’ ignoto, parlare in pubblico, volare, le tempeste, i fallimenti – sebbene le ragioni siano varie, siamo tutti in qualche modo programmati  per provare paura.

 

Lo scopo della paura è di tenerci lontani dal male, ma cosa succede se ci trattiene da ciò che realmente vogliamo?

 

LA BIOLOGIA DELLA PAURA

Prima chiariamo alcuni fatti: non esiste una specie diinterruttore della paura. Nelle situazioni di pericolo si attivano varie aree del cervello

Quando percepisci qualcosa di potenzialmente pericoloso, l’amigdala invia segnali eccitatori ad altre parti del cervello. Se l’amigdala suona l’allarme, le altre aree aiutano a valutare il livello di minaccia e il tipo di risposta necessaria. 

 

Ma cos’è che scatena la paura? 

Molte volte temiamo semplicemente ciò che non conosciamo. 

Altre volte il solo essere intorno a persone che hanno paura può farti paura. 

E mentre questo potrebbe non essere un grosso problema quando si guarda un film dell’orrore, può avere un enorme impatto sulla vita quotidiana.

 

Sei la media delle cinque persone che frequenti“.

 

Spesso i genitori proiettano le proprie paure sui bambini o li inducono a ripetere i propri schemi guidati dalla paura. Altre storie che ci raccontiamo possono portarci a temere ogni cosa, dal rifiuto al successo. Che cosa possiamo fare allora per evitare che la paura possa trattenere noi o i nostri figli?

 

Devi usare la paura, altrimenti sarai tu ad essere usato da lei. 

Ricorda, il coraggio non è assenza di paura; si tratta di agire nonostante la paura.

Impara ad utilizzare la paura a tuo vantaggio e potrai davvero prendere in mano la tua vita.

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TRASFORMA LE TUE PAROLE IN 4 STEP

Oggi diamo un’occhiata a come puoi trasformare la qualità della tua vita semplicemente diventando consapevole di quali parole usi per le emozioni negative e sostituendole con parole che ti offrono nuove e migliori scelte emotive.

 

Il vero segreto per trasformare la tua vita è diventare consapevole degli schemi che sono attualmente inconsci e plasmare il tuo modo di sentire.

In definitiva, il modo in cui ci sentiamo determina la qualità della nostra vita.

 

La qualità delle nostre vite dipende dalla qualità delle nostre emozioni.

 

PASSO 1: CONTROLLA

Diventa consapevole delle parole che usi per descrivere i tuoi sentimenti. Inizia a notare le etichette che stai mettendo sulle cose.

 

Se dici cose del tipo “Sono così in ansia per …”, fermati e ammetti che “ansia” potrebbe essere una parola troppo forte. 

Forse quello che sei veramente è “un po‘preoccupato”.  Scegli consapevolmente una parola che abbassa l’intensità negativa (invece di dire che sei “furioso” con qualcuno, descrivi te stesso come un po‘”irritato” o “deluso dalla loro reazione”).

 

Se qualcuno ti chiede: “Come va?” Invece di dire “Okay”, quale sarebbe una parola che potrebbe farti sorridere, che potrebbe infrangere il tuo schema?

 

PASSO 2: IDENTIFICARE 3 PAROLE NEGATIVE

Scrivi tre parole che usi attualmente per intensificare i sentimenti o le emozioni negative. Forse usi parole come “sono frustrato”, “sono depresso” o “sono umiliato”. 

Proponi parole alternative che riducano l’intensità di quelle emozioni negative.

 

Cosa succederebbe se invece di dire di sentirti “umiliato”, dichiari di essere “a disagio” per come è stata gestita la situazione? 

Puoi attenuare ulteriormente l’intensità emotiva usando modificatori come “sono solo un po ‘irritato” o “mi sento un po’ fuori posto”.

 

PASSO 3: TROVA 3 PAROLE POSITIVE

Scrivi tre parole che usi per descrivere la tue esperienze positive.

Non limitarti, se sei felice, aumenta questa sensazione tramite l’uso di parole più intense!

 

PASSO 4: TROVA UN AIUTO 

Ottieni una leva, quindi segui. Scegli due persone chiave nella tua vita – un amico intimo e qualcuno che rispetti che idealmente, non vorresti mai deludere. Prendili da parte e spiega loro il tuo impegno a sostituire due o tre parole chiave nel tuo vocabolario.

 

Soprattutto, dai loro il permesso, se ti sentono usare la vecchia parola, di chiederti se è davvero la parola che vuoi usare per spiegare come ti senti.

 

So che sembra ridicolo, ma se ti impegni, un semplice promemoria ti porterà a riprenderti e ad abbassare immediatamente l’intensità. 

Ti aiuterà a riconoscere che hai il controllo del tuo spazio in questo momento e semplicemente selezionando una parola diversa, potrai riuscire a  cambiare completamente il significato. 

 

Selezionando attentamente e consapevolmente leparole che stai allegando alle tue esperienze e facendolo per un periodo di dieci giorni, noterai un cambiamento immediato nel modo in cui ti senti.

 

Ancora una volta, so che sembra troppo semplicistico, ma se lo metti alla prova e lo segui con diligenza per dieci giorni, sperimenterai una trasformazione nei tuoi schemi emozionali. Sentirai anche la differenza nel tuo corpo.

 

Non meriti di avere una migliore qualità della vita? Inoltre, quando sei in un ottimo stato, come tratti gli altri? 

Migliore è il tuo stato, più potente è l’impatto su tutti coloro che ti circondano: le tue attività, i tuoi amici e la tua famiglia.

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PIÙ PRODUTTIVI E PIÙ FELICI CON LA MUSICA?

LA MUSICA CI RENDE PIÙ INTELLIGENTI, PIÙ FELICI E PIÙ PRODUTTIVI  PERCHE‘?

La musica è una parte fondamentale della nostra vita quotidiana, che ce ne accorgiamo o meno. Spesso fa da sottofondo: alla radio, nell’ambulatorio del medico, al supermercato o in palestra. Mentre altre volte, ha un ruolo più pronunciato ed evidente. Ma quello che potresti non sapere è quanto sia profondo l’impatto che la musica ha su di noi.

La musica ha la capacità di influire su di noi in un modo che nessun’altra forma d’arte fa. Porta alla luce qualcosa di profondo dentro di noi che ci permette di essere trasportati in un luogo e un tempo specifici della nostra vita. Possiamo effettivamente sperimentare chi eravamo attraverso il suono. 

 

Hai mai considerato la colonna sonora della tua vita? Quale sarebbe? E come ti fa sentire ogni canzone?

 

Questo è il potere della musica.

 

Gli esseri umani sono abituati a godersi la musica, poiché attiva il sistema di ricompensa del cervello – la parte del cervello che ci segnala se qualcosa è importante, prezioso o necessario per la sopravvivenza. Quando sentiamo la musica che ci piace, il nostro cervello rilascia dopamina.

 

La musica è uno degli strumenti più potenti per l’auto-espressione. Ci consente di pensare e sentire in modi in cui non possiamo essere naturalmente predisposti. Ha il potere di espandere la nostra gamma cognitiva. Ha il potere di muoversi e ispirare. Ha il potere di connettersi. E ha persino il potere di guarire.

 

LA MUSICA COME MEDICINA

Sappiamo tutti che la musica può evocare certe risposte emotive. Una playlist tipo zen, ad esempio, può farci addormentare. O melodie morbide e melodiche possono aiutarti a rilassarci dopo una dura giornata di lavoro. Ma lo sapevi che la musica può effettivamente tradursi in benefici fisiologici?

 

In uno studio dell’Università di Londra, i ricercatori hanno esaminato i pazienti che stavano per subire un intervento chirurgico e hanno monitorato l’impatto che la musica aveva sui loro livelli di stress. Hanno scoperto che ascoltare la musica prima, durante e dopo la procedura ha ridotto il dolore, l’ansia e il bisogno di sedativi delle persone.

 

MUSICA E BAMBINI

Pensa alla canzone dell’alfabeto. “A, B, C, D, E, F, G …” . Vi siete mai chiesti perché insegnano ai bambini l’alfabeto in questo modo? Perché la musica ha dimostrato di aiutare i bambini a ricordare fatti di base, in gran parte perché le canzoni attingono al sistema fondamentale del nostro cervello sensibile alla melodia e al ritmo.

 

La musica ha anche il potere di migliorare la vita emotiva e sociale di bambini e adolescenti. In uno studio recente che ha esaminato il modo in cui i bambini e gli adolescenti gestiscono i problemi emotivi, i ricercatori hanno notato che i bambini tra gli 8 ei 16 anni che hanno ricevuto la musicoterapia hanno significativamente migliorato la fiducia e ridotto significativamente la depressione, rispetto a coloro che hanno subito un trattamento senza musicoterapia, aiutandoli anche a migliorare le loro capacità comunicative e interattive.

 

MUSICA E NEONATI

Hai mai visto una madre in dolce attesa mettere un paio di cuffie sulla sua pancia in crescita? C’è una ragione per cui fa questo. Contrariamente a ciò che possiamo credere, i bambini non nascono come liste vuote. In realtà, hanno già accumulato una notevole quantità di esperienza con il mondo circostante.

 

I ricercatori hanno scoperto che “i neonati sembrano reagire ai suoni durante il periodo fetale e rispondono distintamente a loro dopo la nascita”. In poche parole, nel secondo trimestre, il feto non solo sperimenta il suono, ma è anche influenzato da esso. Ma ciò che è veramente affascinante in questo studio sono le implicazioni a lungo termine. I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione prenatale alla musica può avere “effetti significativi sul cervello in via di sviluppo e migliorare la reattività neurale ai suoni utilizzati nell’allenamento prenatale”. In breve, questo significa che suonare musica al nascituro aumenterà le prestazioni cognitive più avanti nella vita.

 

Ma il potere della musica non si ferma qui per i bambini. Esperienze musicali coinvolgenti e interattive possono avere un impatto significativo sullo sviluppo cognitivo nei loro primi anni.

 

In uno studio su bambini di un anno (che non potevano ancora parlare o camminare) che partecipavano a lezioni di musica interattiva, i ricercatori hanno riscontrato un aumento significativo delle capacità comunicative e di reazione. Mentre i ricercatori dell’Istituto per l’apprendimento e le scienze del cervello dell’Università di Washington hanno scoperto che le sessioni di gioco con la musica hanno migliorato l’elaborazione del cervello dei bambini sui nuovi suoni del discorso.

 

MUSICA E … TE

Ok, allora, e te? In che modo la musica può aiutare e migliorare la tua vita? Sappiamo tutti come la musica possa influire sui nostri livelli di energia.

 

Eppure la musica non è solo in grado di influenzare il tuo stato d’animo o stato emotivo; può effettivamente influenzare il modo in cui vedi il mondo e interagire con gli altri.

 

I ricercatori dell’Università di Groningen hanno scoperto che le persone saranno più inclini a riconoscere aspetti positivi dell’ambiente circostante quando sono di umore positivo. 

Ascolta musica felice, sentiti meglio e avrai una prospettiva più piacevole.

 

La musica ha anche dimostrato di migliorare l’ambiente di lavoro. I ricercatori di Cornell hanno scoperto che quando si suona musica allegra, i membri del team hanno maggiori probabilità di lavorare insieme per contribuire al bene superiore. Mentre quando viene suonata musica sgradevole, i partecipanti sono più propensi a concentrarsi sul proprio valore sul posto di lavoro.

 

Questo è il potere della musica. E come hai visto ora, va ben oltre la capacità di migliorare i nostri stati d’animo. In effetti, la ricerca ha anche dimostrato che può ridurre lo stress quotidiano, aumentare la memoria e la creatività, migliorare la funzione dei vasi sanguigni e persino dare un ulteriore impulso al sistema immunitario.

 

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UN CAPITANO DI UNA NAVE DEVE AVERE CHIARO E DEFINITO IL PORTO DI DESTINAZIONE?

Oggi ti parlerò di un tema fondamentale: i tuoi obiettivi.

Perché tutti ne hanno. 

Se credi di non averli è perchè ancora non hai pensato a quali sono.. non c’è problema ora ci lavoreremo insieme!

Se una persona non ne avesse sarebbe morta dentro, vivrebbe la sua vita come un automa e non avrebbe nemmeno la forza di alzarsi dal letto la mattina. 

Sai qual è il fatto?

Spesso le persone non hanno chiari nella mente quelli che sono i loro obiettivi ma hanno solo una visione annebbiata da social e mass media di quello che vorrebbero senza riuscire a mettere a fuoco il tutto.

Addirittura molte persone non riescono nemmeno ad individuare il loro scopo, quello che realmente vogliono, vivendo la loro vita per inerzia, o molto peggio la vivono come se fosse quella di qualcun altro.

Nelle mie accademie di arti marziali molto spesso chiedo ai nuovi allievi qual è il loro scopo, che cosa è che li fa alzare ogni mattina dal letto.

Il fatto più grave è che molto spesso non ricevo risposta.

La cosa che metto subito in chiaro con te, come faccio con quei miei studenti che hanno le idee così poco chiare è che, se non avrai uno scopo ben definito, ogni mattina non ti alzerai dal letto per lavorare al fine di realizzare i tuoi sogni ma quelli di qualcun altro!

Sei d’accordo con me che un capitano di una nave deve aver chiaro e definito il porto di destinazione? Oppure credi che lasci la nave in balia delle onde e del vento? Senza una meta?

Ti sei mai sentito alla deriva?

Sono certo che alcune volte ti sia sentito così. É stato così per tutti, anche per me

Questo succede perché nella vita frenetica che la società ha ritagliato per noi spesso si passa più tempo ad ascoltare le lamentele delle persone intorno a noi piuttosto che parlare con la persona più importante del mondo: te stesso

Quando è l’ultima volta che ti sei preso mezz’ora per te? Per parlarti, per capire se quello che stai facendo è quello che realmente vuoi, se sei felice.

Sono sicuro che è successo molto tempo fa o forse mai. 

In questa attività è fondamentale avere uno scopo chiaro, obiettivi ben definiti e una strategia volta a farteli raggiungere nel tempo prestabilito. Non ti preoccupare, io posso aiutarti in questo percorso, passo per passo.

La differenza tra il realizzarsi e il fallire sta nelle domande che ci facciamo. 

Voglio farti a tal proposito una domanda a bruciapelo. 

Come ti vedi tra dieci anni? Che persona sarai? Che cosa vorresti costruire nell’ambito delle relazioni, del business?Come sarà la tua salute?

Prenditi del tempo per rispondere ed inizia a scrivere.

È fondamentale che rispondi con il massimo impegno. 

Adesso dividi il tuo grande obiettivo in piccoli obiettivi, datti delle scadenze e scrivili sullo stesso foglio. 

Pianifica il percorso che dovrai fare per raggiungerli nel tempo che hai stabilito. 

Leggi quel foglio tutti i giorni, più volte al giorno, cosicché tu possa fissare in modo indelebile nella tua mente il tuo più grande obiettivo e quelli che sono gli obiettivi intermedi. 

Voglio svelarti a questo punto un’altra tecnica che ho imparato in uno dei corsi a cui ho partecipato e che mi ha permesso di ragionare in modo molto approfondito.

Pensa a come vorresti essere ricordato al termine della tua meravigliosa vita. 

Se avrai dato tutto, se avrai suonato la tua musica o sarai stato solo uno spettatore. 



Pensa a quello che vorresti lasciare a chi ci sarà dopo di te, a tutto il bene che avrai fatto.

Se sarai stato un esempio da seguire

Posso assicurarti che rispondendo a queste domande tutta la nebbia si diraderà e allora avrai chiari quelli che sono i tuoi veri obiettivi. 

Il network marketing è esattamente uno spaccato della vita. 
Se non hai chiari gli obiettivi che vuoi raggiungere con questa attività posso assicurarti che non andrai da nessuna parte. 

Potrai magari ottenere dei risultati a breve termine spinto dall’entusiasmo iniziale ma alle prime difficoltà tutto quello che hai costruito si distruggera’.

Ti starai chiedendo perché sono così sicuro di ciò.

Perché ho imparato sulla mia pelle che senza obiettivi chiari sarai in balia degli eventi e non sarai tu a guidarli. 

Non sarai disposto a lavorare duramente se non sai perché lo stai facendo. 

Non sarai disposto ad affrontare i sacrifici che questa attività richiede.

Molto spesso anzi le persone agiscono senza una meta chiara, spendendo molte energie inutilmente e non ottenendo i risultati aspettati lasciano questa attività dicendo che il Network Marketing non funziona. 

Stai tranquillo però. 

Non è assolutamente così ed io e molte persone del mio team siamo la prova che con obiettivi chiari e una pianificazione accurata si possono avere risultati enormi. 

Se vorrai potrò farti capire in modo molto più approfondito come evitare che succeda così anche a te e come avere obiettivi chiari che fungano da stella polare che guida i naviganti nella notte. 

Scrivimi pure quando vuoi alla email info@mentoringresources.org, ti aspetto 😃

Voglio a questo punto lasciarti con una domanda molto importante. 

Cosa sei disposto a fare per raggiungere i tuoi obiettivi nella vita ma sopratutto nel Network Marketing?

Al tuo successo

Nicola Colonnata

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CAMBIARE PROSPETTIVA

Se ogni volta che ti trovi ad affrontare una situazione sfidante sei teso, agitato o di cattivo umore sarà sempre più difficile per te desiderare di ripetere quella stessa esperienza in futuro!

Come esseri umani è per noi naturale rincorrere il piacere e rifuggire il dolore.
Cosa tentiamo di fare allora? Semplice, facciamo di tutto per reprimere il disagio legato a questi stati fisiologici ed emotivi non piacevoli evitando determinate situazioni.
Al contrario, chi ha successo ha imparato ad interpretare diversamente (e in maniera più costruttiva) quelle stesse sensazioni. Ha ad esempio imparato a vedere l’agitazione come energia e il nervosismo come concentrazione.
Questo cambio di “interpretazione” di fronte ai medesimi stati fisiologici ed emotivi vissuti da tutti gli altri, può essere incredibilmente di aiuto nelle nostre performance.


Sì, ma come possiamo cambiare prospettiva?
Per trasformare gli stati fisiologici ed emotivi da nemici ad alleati, uno degli aspetti chiave su cui dobbiamo lavorare è il nostro dialogo interiore. Ogni volta che hai una difficoltà da affrontare, poni attenzione su ciò che tu stesso ti dici, cerca di individuare i pensieri negativi e trasformati in positivi. Parte tutto da lì, provare per credere.

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QUANTO CONTANO LE EMOZIONI?

Un’emozione dipende dalla valutazione che facciamo di un determinato stimolo (ad es. piacevole/spicavole), può venir manifestata con modalità non verbali o comunicata a parole e può essere oggetto di una riflessione introspettiva permettendoci di modificare il nostro punto di vista sull’esperienza e di smorzarne la risonanza emotiva.

Cosa significa dunque essere emotivamente intelligenti?

Ecco un elenco delle 5 abilità principali in materia:
1. Conoscere le proprie emozioni, averne consapevolezza nel momento in cui si presentano;
2. Monitorare le proprie emozioni e tollerare quelle sgradevoli riuscendo a smorzarle e a fornire conforto a se stessi;
3. Motivare se stessi, utilizzare cioè le emozioni come base motivazionale per portare avanti i propri obiettivi con determinazione (riusciremo molto meglio in una causa che ci appassiona o in un progetto in cui crediamo);
4. Riconoscere le emozioni altrui, essere cioè in grado di provare empatia entrando in risonanza emotiva con gli altri;
5. Gestire conseguentemente le relazioni con gli altri riuscendo a mantenere consapevolezza e lucidità di pensiero anche durante conflitti e turbolenze a livello interpersonale.
Dunque, non possiamo controllare il sorgere dell’emozione, né sapere quale ci travolgerà, ma possiamo fare qualcosa sulla sua “durata” e a volte sul conseguente comportamento.
Ricorda : “Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene” (H. Roth)

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AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO

Come si può fare ad affrontare in modo costruttivo il cambiamento?
Accettando il cambiamento: non si può modificare l’evento, lo si può accettare e cercare di ristabilire un nuovo equilibrio. È come una sfida che va affrontata per raggiungere l’obiettivo.
Vivendo profondamente le emozioni: ansia, paura, tristezza vanno vissute fino in fondo perché ci permettono di entrare in contatto con la parte più profonda di noi, di rielaborare il cambiamento, capire di cosa abbiamo bisogno per affrontarlo e diventare consapevoli delle nostre risorse. Sono anche quelle emozioni che ci permettono di chiedere aiuto.

Essendo ottimisti: Bisogna fermare i pensieri negativi sul sé e sulla natura della situazione, pensare a delle possibili alternative di interpretare le cose e attivarsi per gestire il cambiamento. Il nostro comportamento e le nostre emozioni sono frutto di ciò che pensiamo, modifichiamo il pensiero e il modo di gestire la realtà cambierà.

Uscendo dalla zona di comfort: bisogna lasciare il modo di agire passato e gestire il disagio provato nella nuova situazione di insicurezza. Le vecchie credenze e abitudini spesso non si adattano alla nuova situazione. Porsi obiettivi semplici e raggiungibili per sperimentare nuove modalità di agire, di gestire la quotidianità, di vedere le cose, di essere e relazionarsi. Così si ricostruirà un nuovo equilibrio adatto alle nuove circostanze e amplierà la zona di sicurezza.

Aumentando la propria autostima: avere fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità permette di attivare una risposta positiva al cambiamento e mettere in gioco le risorse.

Avendo pazienza: riadattarsi dopo una rottura richiede tempo e bisogna agire un passo alla volta.

Imparando dal passato: come ho agito altre volte di fronte al cambiamento? Quali sono le mie risorse?

Quindi cambiare comporta mettersi in gioco, fatica, spesso è doloroso e fa paura, ma permette di scoprire parti di sé prima mai esplorate, di rinnovarsi, di aprirsi a nuove opportunità e accrescere le proprie capacità.
Non tentiamo di fermare il cambiamento ma lasciamo a noi stessi e alla vita la possibilità di stupirci.
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L’IMPORTANZA DEL DIALOGO INTERIORE

Il dialogo interiore raccoglie tutti i pensieri che una persona indirizza a sé stesso.

Ogni volta che pensiamo, ci stiamo intrattenendo in un dialogo con noi stessi e questi pensieri sono in grado di modificare il nostro atteggiamento nelle circostanze, infondendo coraggio o inducendo rassegnazione.

Quando il dialogo interiore è positivo, accresce la nostra autostima e ci rende più coraggiosi nel compiere certe azioni e ci indirizza con grinta verso i nostri obiettivi.

Un sano dialogo interiore ci aiuta nel regolare le nostre emozioni, nell’indirizzare la nostra attenzione, nel motivarci, nel pianificare azioni per il futuro, nel migliorarci e così via.

Un buon dialogo interiore permette anche di conoscerci e scoprirci meglio, consente di tessere le trame delle nostre esperienze passate, mettendo insieme le parti e restituendo a noi stessi l’immagine che abbiamo di noi.


Non sempre le parole che rivolgiamo a noi stessi sono edificanti o costruttive; talvolta giochiamo a nostro sfavore con un pensiero negativo, con delle affermazioni che impattano negativamente sulla nostra autostima, limitandoci nella possibilità di accedere alle nostre risorse personali.


Se il proprio discorso interiore alimenta ansia, depressione e stati emotivi che diventano disfunzionali, in quanto ci impediscono di orientarci adeguatamente nel mondo, allora è necessario rivederlo, correggerlo, e riformularlo.

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CHE VOTO DAI ALLA TUA COMUNICAZIONE DIGITALE?

Ciao

Hai seguito i miei consigli dati fino ad ora?

Spero di sì, e se lo hai fatto sono sicuro che le cose per te siano migliorate e il tuo business nel network marketing abbia cominciato finalmente a prendere forma.

Veniamo a noi.

Nella quinta pillola che voglio regalarti parleremo di comunicazione efficace nel mondo digitale.

Abbiamo parlato di vendita, leadership, public speaking.

Sai qual è l’abilità base sulla quale si sorreggono gli argomenti che abbiamo trattato?

Saper comunicare.

Comunicazione significa letteralmente mettere in comune. Ciò che viene messo in comune nella comunicazione non sono beni materiali ma più che altro sono messaggi e concetti. In pratica comunicare significa trasmettere informazioni , che possono essere nozioni, stati d’animo o notizie.

Quindi comunicare è un sinonimo di parlare?

Assolutamente no e ora ti spiego perché.

Nonostante molto spesso nell’immaginario comune parlare e comunicare vengano accomunati l’azione di parlare è solamente una piccola (e non fondamentale) parte della comunicazione.

Ti spiego meglio.

Parlare implica che due persone si trovino faccia a faccia, o dietro ad un telefono ed un suono di senso compiuto, parole nello specifico, venga emesso da una o l’altra parte.

 

Comunicazione è invece un termine che comprende il linguaggio paraverbale ed il linguaggio non verbale, ovvero la postura del corpo, il gesticolare delle mani, il tono di voce, il ritmo e tutti quei segnali che più delle parole sono parte del messaggio che vuoi trasmettere.

D’altronde non esiste la non comunicazione, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile avere un non comportamento.

Anche stando zitti stiamo comunicando la nostra non voglia di comunicare.

Immagina di essere di fronte alla persona che ti piace e vuoi dichiarare il tuo amore.

Dire il fatidico “ti amo” in modo sommesso, guardando le punte dei tuoi piedi, con sguardo triste e voce bassa pensi che abbia lo stesso impatto che avrebbe dire le due identiche parole ma con postura eretta, sguardo negli occhi e voce decisa?

Il concetto è sempre lo stesso ma tra le due situazioni passa un oceano in mezzo!

Capisci adesso cosa intendo con comunicare in maniera efficace?

Hai mai prestato attenzione al tuo linguaggio paraverbale e non verbale oppure ti sei preoccupato solamente del contenuto verbale delle tue comunicazioni?

Imparare a comunicare in maniera efficace ti spianerà la strada nelle relazioni personali, pensa per esempio al rapporto con i tuoi amici, genitori o figli, ma sopratutto nella tua attività di network marketing.

Può un leader non saper comunicare in maniera efficace? E un venditore? Non parliamo poi di fare un discorso in pubblico.

Ti piacerebbe imparare l’arte della comunicazione efficace?

Se vorrai potrò insegnarti tutte le tecniche più efficaci per far sì che la tua comunicazione diventi estremamente incisiva.

Esiste però anche una comunicazione che non avviene faccia a faccia.

Ti sto scrivendo alla fine del 2018, dove l’uso di social network, social media, mailing list e dispositivi digitali è ormai una cosa più che assodata nella quotidianità di tutti .

Siamo nel pieno della rivoluzione digitale e dell’informazione. Tutto è alla portata di tutti con un click o uno swipe.

 

 

Presa coscienza di questo hai solo 2 possibilità: fare la mossa dello struzzo o cavalcare il cambiamento.

Lo sai vero cosa fanno gli struzzi? Sotterrano la testa sotto alla sabbia come forma di auto protezione, per non vedere cosa sta succedendo intorno a loro, pensando che non stia succedendo niente se non viene visto.

Ti do una notizia: puoi mettere la tua testa sotto alla sabbia ma il cambiamento non si fermerà ed il mondo andrà avanti con te o senza di te.

Sono sicuro che se stai leggendo queste parole è perché il tuo interesse non è quello di ignorare e quindi subire il cambiamento ma hai voglia di cavalcarlo a tuo vantaggio.

Sono anche sicuro che sei una persona consapevole dell’importanza delle nuove tecnologie come opportunità di business e non come mero svago ma per farlo hai la necessità di sviluppare una comunicazione digitale efficace.

 

Voglio darti qualche consiglio per farlo.

  • Non esiste un mezzo digitale universale che calza bene a tutti. Trova quello che fa per il tuo prodotto o servizio e che ti calza meglio e concentrati su quello.

  • Non cercare di copiare qualcuno ma sviluppa il tuo stile ed il tuo format e non smettere di evolverlo.

  • Infine crea contenuti gratuiti con cadenza regolare che diano un alto valore mantenendo uno stile semplice e diretto che vada a stimolare il tuo spettatore e possibile prospect.

Senza contenuti efficaci i benefici del digitale sono irraggiungibili, per questo la capacità di comunicare in modo chiaro resta il pilastro portante di ogni strategia di comunicazione.

Voglio a questo punto lasciarti con una domanda che sono sicuro ti farà riflettere ed allo stesso tempo agire.

Che voto dai alla tua comunicazione digitale?

A presto.

Nicola Colonnata

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GIORNATA “NO”? PERIODI DIFFICILI? CLICCA QUI

Se ogni volta che ti trovi ad affrontare una situazione sfidante sei teso, agitato o di cattivo umore sarà sempre più difficile per te desiderare di ripetere quella stessa esperienza in futuro!
Come esseri umani è per noi naturale rincorrere il piacere e rifuggire il dolore.
Cosa tentiamo di fare allora? Semplice, facciamo di tutto per reprimere il disagio legato a questi stati fisiologici ed emotivi non piacevoli evitando determinate situazioni.
Al contrario, chi ha successo ha imparato ad interpretare diversamente (e in maniera più costruttiva) quelle stesse sensazioni. Ha ad esempio imparato a vedere l’agitazione come energia e il nervosismo come concentrazione.
Questo cambio di “interpretazione” di fronte ai medesimi stati fisiologici ed emotivi vissuti da tutti gli altri, può essere incredibilmente di aiuto nelle nostre performance.
Sì, ma come possiamo cambiare prospettiva?
Per trasformare gli stati fisiologici ed emotivi da nemici ad alleati, uno degli aspetti chiave su cui dobbiamo lavorare è il nostro dialogo interiore. Ogni volta che hai una difficoltà da affrontare, poni attenzione su ciò che tu stesso ti dici, cerca di individuare i pensieri negativi e trasformati in positivi. Parte tutto da lì, provare per credere.

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PERCHÈ NELLA NUOVA ERA È FONDAMENTALE AVERE LEADERSHIP

Questo è il quarto post che scrivo,

spero che i miei consigli gratuiti ti siano utili e che il tuo desiderio di conoscenza sia sempre piu grande.

 

Oggi voglio parlarti di una cosa che a parer mio è alla base di ogni cosa: la leadership.

 

Per dirlo con altri termini, è tutta una questione di leadership!

 

Il termine leadership viene dal verbo inglese “to lead”, guidare.

 

È possibile definire la leadership con le parole potere gentile, il cui obiettivo non è la cura esclusiva degli interessi di chi la esercita, ma il raggiungimento e la condivisione di risultati di valore.

 

Chi è quindi un leader?

 

La figura del leader è molto ampia e piena di sfaccettature, proverò ad essere però il più chiaro e sintetico nello spiegartelo.

 

Un leader è una persona che riesce a guidare le altre facendo si che arrivino dove non sarebbero arrivate da sole. Il leader è un innovatore, un comunicatore e un motivatore e deve tenere conto  dell’eterogeneità del suo team e le sempre nuove frontiere del mercato e delle relazioni sociali.

 

Riesce quindi con la sua guida a far rendere le persone intorno a lui in un modo tale in cui nemmeno loro pensavano di poter riuscire.

 

Per far ciò il leader deve conoscere la strada, mostrarla agli altri e far sì che la percorrano insieme a lui.

 

Deve quindi avere una competenza, una visione e una perseveranza tale da essere di esempio per le persone intorno a lui.

 

Come ti ho detto prima però, la leadership ha molte sfumature ed io ho provato, per semplicità espositiva, di racchiuderle in due macrocategorie: leadership autoritaria e leadership autorevole.

 

Vediamo le differenze insieme.

 

Una leadership autoritaria è quella basata sulla gerarchia come può essere quella che il tuo titolare, se sei un dipendente, esercita su di te. È un tipo di leadership quindi che viene dall’alto ed è classica come già ti ho accennato dei lavori tradizionali.

 

La leadership autorevole invece al contrario si sviluppa dal basso, sono quindi le persone a riconoscere le caratteristiche di guida nel leader.

 

Indovina di quale settore è caratteristica la leadership autorevole?

 

Esatto, del Network Marketing.

 

Come ben sai in questo settore non esistono capi o sottoposti, ci sono solo delle persone che hanno un obiettivo comune e tutti insieme remano nella stessa direzione coadiuvati da leader, persone quindi riconosciute dalle altre come guide nel loro percorso.

 

E tu che tipo di leader vuoi essere? Autoritario o autorevole?

 

Voglio citarti a proposito la grandissima Margaret Thatcher che in materia di leadership e potere si esprime così: “Essere al potere è come essere una signora. Se devi dire alle persone che lo sei , non lo sei realmente.”

 

Capisci cosa voglio dirti?

 

Un leader non ha bisogno di ricordare alle persone di esserlo ma sono loro che lo riconoscono ogni giorno come tale.

 

In altre parole essere leader significa avere potere e autorità senza esercitare la forza.

 

Ti immagino in questo momento, ti sta salendo lo sconforto, magari non sei mai stato il cardine della tua compagnia di amici del resto, oppure non sei mai stato visto come leader da loro, pensi che leader si nasca, che sia una dote divina e che tu non avrai mai la possibilità di esserlo.

 

Sbagliato.

 

Sbagliatissimo direi.

 

La leadership si crea, si impara e si allena.

 

In che modo?

 

Sappi che alla base della leadership c’è la fiducia.

 

Per creare fiducia devi essere innanzitutto credibile, un leader di te stesso. Quello che dici fai e quello che fai dici.

 

Guidando con l’esempio, andando sul campo con le tue persone ad aiutarle ed a mostrare loro come devono essere fatte le cose nel modo corretto, cercando anche di mantenere la tua integrità, i tuoi valori e non cercando invece di piacere a tutti.

Sarebbe impossibile e altamente controproducente.

 

Attento però, la fiducia la si guadagna in una vita ma basta un attimo per rovinarla per sempre.

 

Dovrai essere sempre in linea con i tuoi valori e all’inizio dovrai essere anche disposto a fare cose “scomode” che magari ti renderanno impopolare ad alcune persone del tuo team.

 

Andando avanti per la tua strada con fermezza e sicurezza acquisirai nel tempo una caratteristica fondamentale dei leader: l’integrità.

 

 

 

Se applicherai questi piccoli ma fondamentali suggerimenti ti garantisco che acquisirai una leadership di ferro e le persone del tuo team ti seguiranno anche in capo al mondo!

 

Acquisire ed esercitare leadership in ogni ambito professionale e nelle relazioni mi ha permesso di  costruire sul cemento armato le fondamenta di ogni mio successo.

 

Nella nostra epoca, quella dell’informazione, tutto cambia inesorabilmente ed alla velocità della luce.

 

Pensa a dieci anni fa, che cosa erano per te i social network? Oggi sono altamente integrati in ogni ambito della nostra vita.

 

Ma questo dieci anni fa era impensabile.

 

Perché ti faccio questo esempio?

 

Per farti comprendere che solamente se hai delle fondamenta solide nel campo delle relazioni puoi non solo sopravvivere al cambiamento ma cavalcarlo da vincente.

 

Se il tuo team, le tue persone, ti vedranno come un vero leader ti seguiranno, e tu, aiutandoli e guidandoli nella costruzione del loro successo costruirai di conseguenza il tuo.

 

Arrivati a questo punto ho due notizie per te, una bella e una brutta.

 

Partiamo dalla brutta.

 

Se vorrai essere un vero leader nel tempo non dovrai mai smettere di allenarti.

 

La bella è che io posso aiutarti a farlo, se lo vorrai ovviamente.

 

Al tuo successo,

 

Nicola Colonnata.

 

 

 

 

 

 

 

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SE NON SEI DISPOSTO A LOTTARE PER LA VITA CHE VUOI, TI MERITI LA VITA CHE HAI

Oggi parliamo di tempo.

Questa è il terzo articolo con il quale ti darò dei suggerimenti gratuiti per migliorare la tua attività di network e la tua vita.

Il tempo è una risorsa estremamente democratica.

 

Tutti appena vengono al mondo hanno una quantità di tempo a disposizione in questo mondo che è limitata.

 

Tutti.

 

Figli di re e figli di senzatetto.

 

Immagina la tua vita come una clessidra.

 

Sai esattamente la sabbia che è passata e si trova oggi sotto ai tuoi piedi ma non sai quella che ancora deve scorrere, potrebbe essere tantissima o poca.

 

Mi dispiace aprirti gli occhi in modo così brutale : nessuno di noi sa esattamente a che livello è la propria clessidra.

 

L’unica cosa che sai è che puoi decidere come impegnare il tuo tempo, se sprecarlo, se goderlo o se investirlo.

 

Se deciderai di sprecarlo stai scegliendo la strada più semplice, quella che miliardi di persone scelgono tutti i giorni. Quelle persone che decidono di passare il loro tempo circondati e guidati dalle distrazioni, che guardano tv spazzatura, si concentrano sui gossip e sui reality show e scorrono in maniera compulsiva il feed dei loro social.

 

Perché questo tempo è sprecato?

 

Anche se può sembrare di star arricchendo la propria vita grazie al “like” in più ricevuto sulla foto oppure di accrescere la propria cultura generale conoscendo le tresche che si sviluppano nel mondo del jet set posso assicurarti che è quanto di più sbagliato possa esistere.

 

Se deciderai di concentrarti su cose effimere perderai il focus su quelli che sono veramente i tuoi sogni e obiettivi e ti allontanerai da questi giorno dopo giorno.

 

Io la chiamo felicità da zucchero filato.

 

Da bambini, a chi non piaceva lo zucchero filato, così dolce e soffice?

Devi sapere che lo zucchero e, più in generale, gli alimenti contenenti zucchero, riescono a stimolare direttamente quelli che sono i neurotrasmettitori del benessere, come ad esempio la dopamina, che agendo direttamente su pressione sanguigna e battito cardiaco, permettono al corpo di sviluppare come una sorta di “felicità”.

 

Ma appena finito l’effetto torni ad essere la persona che eri prima, addirittura più giù di tono.

 

E questo possiamo assimilarlo al senso di felicità che provi dopo aver visto la tua serie tv preferita o dopo un “like” in più.

 

Ma appena ti renderai conto che quello appena successo non ti ha cambiato in meglio la tua vita, la felicità svanirà e, come detto prima, il tuo umore sarà peggiore perché realizzerai che quella sensazione fosse effimera, ma come un tossico ne vorrai subito un’altra dose ed entrerai quindi in un loop negativo.

 

Capisci che con questo loop che hai creato e in cui ti sei immerso non potrai mai crescere e avvicinarti al tuo grandissimo obiettivo?

 

Per questo motivo classifichiamo questo tempo come “sprecato”.

 

Il tempo goduto invece è quel tempo che decidi di usare per svolgere attività che ti creano emozioni come ad esempio intrattenere una conversazione di valore con un amico, una buona cena o un viaggio.

 

Infine arriviamo a quello che per me è il miglior modo di spendere il nostro tempo.

 

Il tempo investito.

 

Puoi sempre scegliere che non vuoi rimanere la persona che sei stata fino ad ora e per farlo dovrai cominciare ad investire il tuo tempo svolgendo attività come la formazione od una buona lettura che non faranno altro che avvicinarti passo dopo passo al tuo grandissimo obiettivo.

 

Al contrario il tempo che userai distraendoti e focalizzando elementi depotenzianti ti allontaneranno molto più velocemente dal tuo obiettivo.

 

Tutto questo ha però un prezzo, e non parlo di soldi.

 

Dovrai essere disposto a rinunciare a qualcosa, che potrebbe essere il tuo gioco preferito sul cellulare che ti fa perdere ore del tuo prezioso tempo oppure il pisolino dopo pranzo o addirittura dovrai rinunciare a del tempo per le tue passioni.

 

Brutale vero?

 

Voglio però darti anche una buona notizia.

 

Il successo che ottieni si misura con le rinunce che hai dovuto fare per ottenerlo.

 

In altre parole più saranno grandi le tue rinunce più sarà grande il tuo successo.

 

Bene adesso mi dirai che anche rinunciando a tutto il rinunciabile il tempo che ti rimane sarebbe veramente poco, alla fine le giornate sono di 24 ore per tutti.

 

Giusto.

 

Ma cosa diresti se io fossi in grado di insegnarti delle tecniche che possano focalizzare tutte le tue risorse in una singola attività e quindi rendere un piccolo tempo, magari proprio quello che riesci a ritagliarti tra una rinuncia e l’altra, estremamente produttivo?

 

Interessante, non è vero?

 

Immagina di lavorare un ora al giorno con pieno focus.

Immagina ora di lavorare la stessa ora giornaliera, gli stessi sessanta minuti, circondato da ogni tipo di distrazione (che non a caso fanno rima con distruzione).

 

Quale pensi sia più produttiva per la tua attività?

 

Non penso ci sia il bisogno che te lo dica.

 

E tu sei pronto a prenderti del tempo per imparare queste tecniche?

 

Oppure sei uno di quelli che preferisce lamentarsi con il mondo intero per gli scarsi risultati senza fare niente di reale per cambiarli?

 

Sei disposto a lottare per i tuoi sogni, per la vita che hai sempre voluto?

 

Come ti ho già detto posso aiutarti e, se veramente vorrai, potrò condividere con te le tecniche di cui ti parlavo sopra dal vivo, le stesse tecniche che oggi mi hanno consentito di avere successo in diversi campi del business ed aver costruito parallelamente una famiglia felice e delle relazioni amichevoli di valore.

 

Al tuo successo,

 

Nicola Colonnata

 

 

 

 

 

 

 

 

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VUOI BATTERE LA TUA PAURA DI PARLARE IN PUBBLICO?

Ragni? Serpenti? Paura del buio? Paura di finire in bancarotta? PAURA DELLA MORTE?

Pensi che queste siano le paure più comuni e forti tra le persone, vero?

Nemmeno per sogno!

Secondo uno studio condotto nel 2010 da due professoresse dell’Università del Nebraska la paura più grande che risiede nell’animo delle persone è la paura di parlare in pubblico!

(https://www.researchgate.net/publication/271993200_Is_Public_Speaking_Really_More_Feared_Than_Death)

Scioccante scoprire questo dato, non è vero?

A questo punto ti starai dicendo “beh ammesso e non concesso che sia vero, non mi riguarda, tanto non dovrò mai parlare in pubblico”.

Probabilmente potresti aver ragione, anche se la mia idea è quella che se ricevi questa mail è perché hai voglia di essere una persona di successo, e le persone di successo prima o dopo, dovranno parlare in pubblico, per fare una presentazione o per formare il tuo team. E questo momento potrebbe arrivare prima di quanto pensi.

Un altra chiave di lettura è il famoso effetto leva.

Immagina di fare una presentazione uno ad uno, te e il tuo potenziale prospect. Mettiamo che impiegherai 2 ore del tuo tempo e magari concluderai anche la vendita.

Ottimo, vero?

Immagina adesso di fare la stessa presentazione di due ore di fronte ad un pubblico di dieci, cinquanta o cento persone.

Nelle stesse due ore quante vendite potenzialmente potresti fare? Molte più di una! Nello stesso arco di tempo!

Ok, mi dirai, ci sono professionisti molto più bravi di me a fare le presentazioni in pubblico, perché proprio io dovrei espormi così?

Arriviamo così ad un concetto importantissimo: la fiducia.

Non puoi pensare di poter far sempre affidamento sul lavoro degli altri e di non andare mai in prima linea se vuoi veramente che questa attività ti faccia raggiungere tutti i tuoi obiettivi e ti faccia vivere finalmente la vita che hai sempre sognato.

Non puoi nemmeno pensare di poter gestire la tua attività da networker dietro ad uno schermo di pc o di uno smartphone. Anche se siamo a fine 2018 e la tecnologia ormai è parte di ogni nostro più piccolo gesto quotidiano, in questa attività, più che nelle altre, quello che fa la differenza è la fiducia. E cosa c’è di meglio che metterci la faccia per creare fiducia?

Ti stanno già venendo i sudorini freddi da ansia da palcoscenico, vero?

Rasserenati, voglio svelarti un segreto.

Nessuno al mondo nasce con l’abilità di parlare in pubblico come quella di Martin Luther King.

L’abilità di parlare in pubblico è per l’appunto un abilità e come tale deve essere allenata, giorno dopo giorno, con dedizione e impegno.

Posso garantirti che nemmeno io o altri miei collaboratori ai nostri primi public speaking eravamo a nostro agio come lo siamo adesso, anzi era l’esatto opposto!

E’ per questo motivo quindi che in questo articolo voglio svelarti alcune tecniche che ti permetteranno di sconfiggere e domare la tua paura da palcoscenico in modo definitivo!

I calciatori di Serie A non arrivano la domenica per la partita senza mai essersi allenati durante la settimana, ma facendo anche di più di quello che realmente servirà durante la partita.

Ti dico questo per farti capire che devi vederti come un professionista del tuo settore e, come i calciatori della massima serie, hai bisogno di allenarti duramente per rendere la tua performance memorabile.

Per fare questo quando sei da solo, nella tua privacy, vestiti come se dovessi parlare in pubblico, prepara tutto il materiale che utilizzerai durante il tuo discorso e comincia a parlare ad alta voce, registrandoti con uno smartphone e mentre lo fai visualizza davanti a te la tua platea, come se stessi veramente facendo il tuo discorso in pubblico.

Una volta fatto ciò, guarda la registrazione cercando ogni tuo errore, ogni tua insicurezza e ripeti tutto da capo, fino a che non riterrai perfetto quello che stai facendo.

In questo modo la tua mente si abituerà a questo tipo di situazione e il rischio di fare brutte figure quando sarai veramente di fronte alla tua platea sarà ridotto drasticamente.

Il secondo consiglio che voglio darti è quello di concentrarti sul tuo pubblico durante il tuo public speaking e non su te stesso.

Mi spiego meglio.

Una volta che ti sarai allenato duramente nella tua intimità o di fronte a pochi amici e collaboratori, una volta che riterrai di essere bravissimo nell’esporre il tuo discorso, dovrai effettivamente farlo davanti ad un pubblico di persone perlopiù sconosciute.

Questo è fantastico ma siamo persone fatte di carne, ossa ed emozioni. Proprio queste sono sempre pronte a fregarti quando meno te lo aspetti.

Il tuo più grande nemico è la tua mente.

Cosa succede se non riesco a parlare in modo corretto? E se mi blocco? Se ridessero delle mie gaffe?” Sono solo alcune delle cose che ti frulleranno in testa prima di salire sul palco.

Proprio così.

Nella TUA testa.

Se sposti il tuo focus sul tuo pubblico, sul dare il tuo massimo per tenere le persone incollate alla tua voce, beh posso assicurarti che avrai un gran successo, in fondo ti sei allenato molto, quello che dire e come dirlo lo sai bene.

L’ultimo suggerimento che voglio darti oggi, per abbattere la tua paura di parlare in pubblico , riguarda la respirazione.

Esatto, quello che fai tutti i giorni per vivere.

Ma probabilmente lo stai facendo nel modo sbagliato.

Hai mai sentito parlare della respirazione diaframmatica?

E se ti dicessi che imparandola noterai dei benefici ad ampio spettro in tutta la tua vita ma nello specifico riuscirai a gestire le tue emozioni, migliorare la tua voce e la tua postura?

Ti spiego meglio.

Il diaframma è il muscolo principale della respirazione fatto a forma di cupola che si trova a metà del busto e divide la cavità toracica da quella addominale.

La respirazione diaframmatica ti permette di incamerare più aria e quindi riuscirai a respirare più ossigeno con conseguente rilassamento generale al contrario della respirazione toracica che è molto meno profonda e crea stati ansiosi.

Da non sottovalutare anche i livelli di energia che con una corretta ossigenazione aumentano a dismisura.

Capisci quanto potente è questo tipo di respirazione e quanto può aiutarti a battere la tua paura?

Abbiamo parlato dei benefici ma probabilmente ti starai chiedendo come si fa a fare una respirazione diaframmatica.

È molto semplice, ma non è facile. Questo perché respirare è una cosa che facciamo inconsciamente, senza pensarci.

Il metodo più semplice ed efficace per imparare è questo: ogni sera sdraiati in modo supino nel letto con un libro sulla pancia. Inspira con il naso cercando di far gonfiare la pancia e quindi controlla che il libro si alzi. Trattieni il respiro per tre secondi, espira con la bocca e aspetta altri tre secondi.

Ripetilo per dieci volte. Ogni giorno. Prima che possa rendertene conto l’avrai fatta tua e non solo migliorerà la tua vita ma ti aiuterà a domare anche la tua paura di parlare in pubblico.

Questi consigli sono le fondamenta per sconfiggere la tua paura ma c’è un mondo ancora da esplorare, tecniche altamente professionali da imparare che se vorrai veramente imparare potrò condividere con te dal vivo.

Ci vediamo al prossimo post!

Al tuo successo,

Nicola Colonnata

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E SE TI CHIEDESSI DI VENDERE QUESTA PENNA?

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Come avrai intuito dal titolo di questo post il tema che svilupperemo oggi è quello della vendita.

Questa frase, tanto piccola quanto esemplificativa, è stata resa celebre dal film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street” in cui un Leonardo DiCaprio nei panni del broker di borsa Jordan Belfort chiede ad un gruppetto di collaboratori di dimostrargli le loro capacità da venditori provando a vendergli una penna. La maggior parte di loro parte all’attacco elencando tutti i pregi di quella penna, da quanto fosse bella , quanto il suo inchiostro fosse fluido e la sua ergonomia fantastica. Hanno fatto quello che le persone farebbero istintivamente trovandosi nella loro situazione.

Nessuno di loro però si è comportato da vero venditore.

Nel proseguo di questo articolo capirai che cosa intendo.

Nell’immaginario comune la vendita e la figura commerciale in generale sono spesso demonizzate perché si pensa che vendita equivalga allo scocciare le persone come i venditori porta a porta o i ragazzi dei call center che ci sommergono di telefonate fanno.

Ti svelerò un segreto: non esiste niente di più sbagliato!

Pensaci bene.

Ogni giorni tutti, e ripeto tutti, indipendentemente dal settore in cui operiamo effettuiamo delle vendite.

Vendiamo le nostre idee per lo più. Vendiamo la nostra persona.

Tutte le persone di successo padroneggiano l’arte della vendita e dentro di loro risiede un anima commerciale.

Pensi che sarebbe stato possibile, ad esempio, per Steve Jobs creare l’impero Apple se non fosse stato un abilissimo venditore delle sue idee innovative e in una visione più ampia un grandissimo venditore della sua persona?

Ti rispondo io: NO.

Dobbiamo quindi distaccarci dall’idea con cui vediamo la vendita come una attività negativa ma anzi bisogna coltivare in modo consapevole la nostra anima commerciale, anche perché diciamocelo onestamente, non esiste network marketing senza vendita.

Superato lo scoglio del preconcetto spesso però ci imbattiamo in un altro grandissimo ostacolo: la paura del rifiuto. O ancora di più la paura del rifiuto maleducato, quello cioè accompagnato da frasi poco carine e svilenti dette nei nostri confronti.

e se mi dicessero di no? E se le persone pensassero e mi dicessero che sono un fesso se faccio network marketing? Se mi dicessero che è la solita piramide o peggio ancora una catena di Sant’Antonio?”

So che anche tu ti sei posto queste domande, e magari sono proprio quelle che hanno frenato la tua attività di networker sul nascere o che la rallentano esponenzialmente.

Se così fosse stai sereno. Ci sono passati tutti, me compreso.

Devi sapere che il superamento di questa paura è il primo passo che compirai verso il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

Voglio darti un dato crudo che però ti aiuterà a superare questa paura: L’80% delle vendite si conclude con un NO. 8 contatti su 10. E questo non dipende dal venditore.

La gente dice di no per molti motivi che sono indipendenti da te. Non hanno bisogno di quel prodotto o servizio, non è il timing giusto oppure più semplicemente non possono permetterselo.

Questo quindi deve farti capire che ogni 10 contatti fatti riceverai 8 rifiuti, ma riceverai anche 2 sì. Pensa cosa ti perderesti se dopo i primi 2 o 3 rifiuti lasciassi che la tua paura prendesse il sopravvento. Magari i 2 sì sono il contatto 9 e il contatto 10.

Tutto questo per dirti che i numeri non mentono e non dobbiamo temere il rifiuto perché sappiamo che ogni 10 contatti porterai a termine 2 vendite, se deciderai di agire da professionista ovviamente.

Sai qual’è il segreto per riuscirci?

Fare 10 contatti! Non 7 o 9. Proprio 10. E se non dovessi farne 10, beh, la colpa del mancato successo sarà da attribuire solo a te stesso.

Bene, adesso che abbiamo preso coscienza dei numeri che accompagnano il nostro settore voglio darti qualche suggerimento su come fare a diventare un vero professionista nella vendita.

La prima cosa da fare è trovare persone alle quali il tuo prodotto o servizio potrebbe interessare per risolvere un problema che hanno. Detto in altre parole dobbiamo trovare i clienti.

In seconda istanza la cosa da fare è un appuntamento, perché senza appuntamenti andrai ben poco lontano.

A questo punto dovrai fare una presentazione persuasiva del tuo prodotto o servizio e infine chiudere il processo di vendita aiutando la persona che hai di fronte a prendere una decisione che da soli non sarebbero stati in grado di prendere perché non avrebbero avuto il coraggio di farlo.

Attenzione, non parlo di spingere le persone a fare qualcosa che non avrebbero voluto fare, andando quindi a creare un bisogno non insito in loro, ma semplicemente di fargli capire che il prodotto o servizio che vendi è proprio quello che fa al caso loro, quella cosa che gli permetterebbe di soddisfare il loro bisogno o problema.

Ma come fai a fare tutto questo?

Utilizzando la regola fondamentale della vendita: CHI DOMANDA COMANDA.

Impostando una comunicazione basata su domande volte a conoscere il nostro interlocutore e le sue esigenze aumenti la probabilità di portare a casa la vendita. Significa che devi chiedere alle persone che cosa si aspettano di trovare dal tuo prodotto o servizio, che aspettative hanno, devi in poche parole tirar fuori il loro vero bisogno e se il tuo prodotto o servizio può soddisfarlo ecco che hai, utilizzando un termine sportivo, il tuo match ball e non dovrai far altro che chiudere la tua vendita.

Per ritornare quindi al tema iniziale della vendita della penna hai capito adesso perché l’approccio usato in prima istanza dai collaboratori di Belfort era completamente sbagliato?

Si sono concentrati più sul loro bisogno di vendere la penna e quindi descrivere ogni minima parte di essa invece di preoccuparsi di capire quale bisogno potesse soddisfare nel loro cliente. Come potrebbe ad esempio essere lo scrivere il tuo numero di telefono su di un tovagliolo di carta quando il venditore ti chiede di farlo ma tu in quel momento non tu una penna. E guarda caso lui ne ha una da vendere che fa proprio al caso tuo…

Ci vediamo al prossimo post,

Al tuo successo,

Nicola Colonnata

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How to Style a Quiff

Space. The final frontier. These are the voyages of the Starship Enterprise. Here’s the story of a lovely lady who was bringing up three very lovely girls. In a freak mishap Ranger 3 and its pilot Captain William Buck Rogers are blown out of their trajectory into an orbit which freezes his life support systems and returns Buck Rogers to Earth five-hundred years later. If you have a problem if no one else can help and if you can find them maybe you can hire The A-Team. They were four men living all together yet they were all alone. Got kind of tired packin’ and unpackin’ – town to town and up and down the dial. Go Speed Racer. Go Speed Racer. Go Speed Racer go! Just sit right back and you’ll hear a tale a tale of a fateful trip that started from this tropic port aboard this tiny ship. Maybe you and me were never meant to be. But baby think of me once in awhile. I’m at WKRP in Cincinnati. Sunday Monday Happy Days. Tuesday Wednesday Happy Days. Thursday Friday Happy Days.Saturday what a day. Groovin’ all week with you.

These days are all Happy and Free. These days are all share them with me oh baby. Wouldn’t you like to get away? Sometimes you want to go where everybody knows your name. And they’re always glad you came. Here’s the story of a lovely lady who was bringing up three very lovely girls. Come and listen to a story about a man named Jed – a poor mountaineer barely kept his family fed?

The first mate and his Skipper too will do their very best to make the others comfortable in their tropic island nest. Doin’ it our way. Nothin’s gonna turn us back now. Straight ahead and on the track now. We’re gonna make our dreams come true? It’s time to play the music. It’s time to light the lights. It’s time to meet the Muppets on the Muppet Show tonight. They’re creepy and they’re kooky mysterious and spooky. They’re all together ooky the Addams Family.

Come and knock on our door. We’ve been waiting for you. Where the kisses are hers and hers and his. Three’s company too. Makin’ your way in the world today takes everything you’ve got. Takin’ a break from all your worries sure would help a lot! Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie. Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie. Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie.

All of them had hair of gold like their mother the youngest one in curls. Go Speed Racer. Go Speed Racer. Go Speed Racer go. So get a witch’s shawl on a broomstick you can crawl on. Were gonna pay a call on the Addams Family? Knight Rider: A shadowy flight into the dangerous world of a man who does not exist. Here he comes Here comes Speed Racer. He’s a demon on wheels. In a freak mishap Ranger 3 and its pilot Captain William Buck Rogers are blown out of their trajectory into an orbit which freezes his life support systems and returns Buck Rogers to Earth five-hundred years later. It’s a beautiful day in this neighborhood a beautiful day for a neighbor. Would you be mine? Could you be mine? Its a neighborly day in this beautywood a neighborly day for a beauty. Would you be mine? Could you be mine! Just sit right back and you’ll hear a tale a tale of a fateful trip that started from this tropic port aboard this tiny ship.

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The Cotton-Jersey Zip-Up Hoodie

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Spring Stock Drop!

 

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I received a letter from Evelyn Howard a couple of days after her departure, telling me she was working as a nurse at the big hospital in Middlingham, a manufacturing town some fifteen miles away, and begging me to let her know if Mrs. Inglethorp should show any wish to be reconciled.

Front View

The only fly in the ointment of my peaceful days was Mrs. Cavendish’s extraordinary, and, for my part, unaccountable preference for the society of Dr. Bauerstein. What she saw in the man I cannot imagine, but she was always asking him up to the house, and often went off for long expeditions with him. I must confess that I was quite unable to see his attraction.

The 16th of July fell on a Monday. It was a day of turmoil. The famous bazaar had taken place on Saturday, and an entertainment, in connection with the same charity, at which Mrs. Inglethorp was to recite a War poem, was to be held that night. We were all busy during the morning arranging and decorating the Hall in the village where it was to take place. We had a late luncheon and spent the afternoon resting in the garden. I noticed that John’s manner was somewhat unusual. He seemed very excited and restless. […] Excerpt From: Agatha Christie. “The Mysterious Affair at Styles.”

 

Back View

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How to Style a Quiff – Interview with The Barbers

Space. The final frontier. These are the voyages of the Starship Enterprise. Here’s the story of a lovely lady who was bringing up three very lovely girls. In a freak mishap Ranger 3 and its pilot Captain William Buck Rogers are blown out of their trajectory into an orbit which freezes his life support systems and returns Buck Rogers to Earth five-hundred years later. If you have a problem if no one else can help and if you can find them maybe you can hire The A-Team. They were four men living all together yet they were all alone. Got kind of tired packin’ and unpackin’ – town to town and up and down the dial. Go Speed Racer. Go Speed Racer. Go Speed Racer go! Just sit right back and you’ll hear a tale a tale of a fateful trip that started from this tropic port aboard this tiny ship. Maybe you and me were never meant to be. But baby think of me once in awhile. I’m at WKRP in Cincinnati. Sunday Monday Happy Days. Tuesday Wednesday Happy Days. Thursday Friday Happy Days.Saturday what a day. Groovin’ all week with you.

These days are all Happy and Free. These days are all share them with me oh baby. Wouldn’t you like to get away? Sometimes you want to go where everybody knows your name. And they’re always glad you came. Here’s the story of a lovely lady who was bringing up three very lovely girls. Come and listen to a story about a man named Jed – a poor mountaineer barely kept his family fed?

The first mate and his Skipper too will do their very best to make the others comfortable in their tropic island nest. Doin’ it our way. Nothin’s gonna turn us back now. Straight ahead and on the track now. We’re gonna make our dreams come true? It’s time to play the music. It’s time to light the lights. It’s time to meet the Muppets on the Muppet Show tonight. They’re creepy and they’re kooky mysterious and spooky. They’re all together ooky the Addams Family.

Come and knock on our door. We’ve been waiting for you. Where the kisses are hers and hers and his. Three’s company too. Makin’ your way in the world today takes everything you’ve got. Takin’ a break from all your worries sure would help a lot! Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie. Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie. Movin’ on up to the east side. We finally got a piece of the pie.

All of them had hair of gold like their mother the youngest one in curls. Go Speed Racer. Go Speed Racer. Go Speed Racer go. So get a witch’s shawl on a broomstick you can crawl on. Were gonna pay a call on the Addams Family? Knight Rider: A shadowy flight into the dangerous world of a man who does not exist. Here he comes Here comes Speed Racer. He’s a demon on wheels. In a freak mishap Ranger 3 and its pilot Captain William Buck Rogers are blown out of their trajectory into an orbit which freezes his life support systems and returns Buck Rogers to Earth five-hundred years later. It’s a beautiful day in this neighborhood a beautiful day for a neighbor. Would you be mine? Could you be mine? Its a neighborly day in this beautywood a neighborly day for a beauty. Would you be mine? Could you be mine! Just sit right back and you’ll hear a tale a tale of a fateful trip that started from this tropic port aboard this tiny ship.

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Spring-Summer 2017

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Spice Up Your Wardrobe With Graphic Prints

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AW17 Menswear Trends

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Celebs at New York Fashion Week

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